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Quando affonda l'aurora
05:27
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Quando arriva
Il tuo ricordo arriva, non dà segni
Arriva e basta
Come in un sogno è piena coscienza che il male accade
Come in un sogno è piena coscienza che il male accade
Sento colpa quando dimentico anche solo per pochi istanti
Ho dovuto imparare a ridestarmi coltivando la tua assenza
E l’ho fatto così teneramente da individuarne il sentimento bianco
Il più veloce ogni volta prima che scomparisse
Quel che resta ora sul mio corpo è la patetica evidenza della mia mirabile deriva
Quindi guai se per parlarmi del passato userai ancora la parola ferita
Quando arriva il tuo ricordo arriva
Non da segni arriva e basta
È di conforto perché in me è piena coscienza
Che il male accade
Invadevi le mie mattine come una luce
Più di una luce, una fiamma
E aggredivi come una preghiera
Ed è così che il tempo delle nostre stagioni si è moltiplicato acuto
Affinché il mio amore per te si mantenesse semplice
Lo senti ancora il vento quando cammini di notte
Sulle palpebre fa lo stesso effetto del sole
Brucia, brucia, brucia un mondo nuovo ai nostri piedi
Ci sono oleandri tra gli oleandri i bambini sono bersagli
Quindi guai, li farai imbestialire
Se come tutti per parlare del passato userai ancora la parola ferita
Guai a te, solo perché alcuni amanti si perdono…
Quindi guai a te e agli animi come il tuo se quando gli amanti
Si perderanno sarai così ingenuo da parlare del nostro
Passato usando ancora la parola ferita
Anche il dolore sai è stato come il tempo delle nostre stagioni
Si è moltiplicato, si, ma urlando la nostra sopravvivenza
È di conforto perché è piena coscienza che il male accade
È di conforto perché in piena coscienza che il male accade
È di conforto perché è piena coscienza che il male accade
Affonda l’aurora e non resta più niente di bianco
Nemmeno il tuo vestito lasciato al pavimento
Gli occhi mi tremano, ma le mie mani saranno sempre colme di parole di spavento
E la tua testa piena di pensieri per chi ama cosicché chi odia venga dimenticato
Sta bene, chi odia sarà dimenticato
Ora nella mia stanza sei nuda e il mio odio ti farà del male
Affonda l’aurora e non resta più niente di bianco
Come il tuo ricordo
Quando arriva, il male arriva
Non da segni
Arriva e basta
E basta
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2. |
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3. |
Gigli e Oleandri
06:06
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Le spalle tese se qualcosa disturba
E chinarsi in ginocchio e chinare la testa
Ho sempre fatto ciò che vi aspettavate da me
Perché c’è ritmo e c’è danza
Ed esistono davvero gesti che fioriscono per parole di grazia
L’uomo, vuole solo potere e non esiste nient’altro
L’unico potere che io voglio è a nostro esasperato consumo
Ho sempre fatto ciò che vi aspettavate da me
E nessun mistero
L’ho sempre fatto per il primo e più semplice dei sensi di colpa
Ma credetemi amici di una vita se dico che è stato
Sempre sempre confortante
Flutti scintille e schiuma nelle carene dell’arca
Campane d’oceano antico di sirene profondo di fronte al diluvio
La notte è lenta, la tempesta di fuoco è un cuore che si spezza ma invisibile alla paura
Un cuore sempre sul punto di spezzarsi
E le spalle tese se qualcosa disturba
Ho sempre fatto ciò che vi aspettavate da me
E nella vallata della signora degli occhi tristi
I bimbi ora sono gigli che giocano nei prati
I cani sentinelle
Noè sull’attenti si ubriacherà compiuto il suo dovere
Quando capirà che Dio ha creato il mondo a propria paura e somiglianza
Sino a obbedire e tacere da allora chinando la testa solo per il gusto di chinarla ancora
È confortante ve lo giuro giuro
È stato sempre sempre sempre confortante
Flutti scintille e schiuma nelle carene dell’arca
Campane d’oceano antico di sirene profondo di fronte al diluvio
La notte è lenta,la tempesta di fuoco è un cuore che si spezza ma invisibile alla paura
Un cuore sempre sul punto di spezzarsi
E le spalle tese se qualcosa disturba
Ho sempre fatto ciò che vi aspettavate da me
E nella vallata della signora degli occhi tristi
I bimbi ora sono gigli che giocano nei prati
I cani sentinelle
Noè sull’attenti si ubriacherà compiuto il suo dovere
Quando capirà che Dio ha creato il mondo a propria paura e somiglianza
Sino a obbedire e tacere da allora chinando la testa solo per il gusto di chinarla ancora
È confortante ve lo giuro giuro
È stato sempre sempre sempre confortante
Flutti scintille e schiuma nelle carene dell’arca
Campane d’oceano antico di sirene profondo di fronte al diluvio
La notte è lenta, la tempesta di fuoco è un cuore sempre sul punto di spezzarsi,
Ma invincibile alla paura
Iracondo e ubriaco eri una sentinella Noè
Sull’attenti come un cane e ora sei solo un uomo che avrebbe dovuto scomparire
E che sta invece soltanto
Continuando a cadere
Come quando ero stanco d’essere preso alle spalle dopo un pò
Sai, avevo iniziato a pensare che me le avessero
Cavate dal tronco del corpo assieme a tutte le mie disperate resistenze di fede
Ma fu l’amore, non l’assenza di scopo
A rendere infinita, infinita la vita
Come ogni altra vita alle dipendenze di una ricompensa come accade a ogni uomo
Fu allora che ti desti una mossa Noè quando sapesti che ti sarebbe stato concesso di bere sino a
Denudati nei prati
Di bestia in bestia di anima in animale per un secolo due secoli e un secolo ancora
Eppure il potere che volevi perché il mondo vuole solo potere non esiste nient’altro
Era lo stesso che in me dimora e che in me ora anima
Il potere di avere almeno il fiato per negarsi
E chinare e chinare la testa solo per il gusto di chinarla ancora
Ed inginocchiarsi per concentrarsi su ciò che c’è di più nobile
Vedere i bimbi che sono Gigli che giocano nei prati accanto ad oleandri verdi verdissimi
I bimbi che sono nient’altro che Gigli che giocano nei prati accanto ad oleandri in fiore
E capire infine quella che è l’unica evoluzione umana
La paura affrontando la linea di caduta ripromessa alla terra
La paura è sempre servita sì Noè, ma ricorda anche sempre infine ucciso
E proprio perché il dio del corvo nero
Egli è a dirlo ed egli è farlo
Ha creato il mondo
A propria paura
E somiglianza
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4. |
Madonna Verona
07:04
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L’ho colpita a muso duro la città concreta di queste strade
Per andare a vedere dove la bellezza si forma
Ho bevuto Uisge Behata, l’acqua della vita, la parte dell’angelo fino a intossicarmi
La circolazione perchè non volevo certo che finisse quel mio paradiso
Dove sono in questa notte gli amici carissimi?
Sono andati come sogni travolgenti pronti a tornare per il nuovo abbraccio.
Ascoltate dunque bambini, qui non ci si mette a giocare
Con noi centauri con noi mietitori avete inteso?
Vi par davvero che s’abbia l’aria di chi stia negoziando
Qui voi di giorno siete le libellule dei sacrifici eucaristici
E noi di notte falciamo le vostre ali come spighe
Fino all’alba ascolteremo la cadenza immortale del flicorno di Chet Baker
Come nel cuore, di un tempio, immenso, in questa città
Spettri rossi castrati dalla rabbia anzitempo danno caccia in Sottoriva increspano e squagliano
La cortina di nebbia inacidiscono le narici e striato il cielo d’ombra d’improvviso si mostra
I campanili sono più sontuosi del tramonto, ma è un attimo…
È un attimo e Castel San Pietro annerisce per la notte che avanza
Là, dove la luna è nevicata ed è crollata l’anima di Dio
Ed io, ed io a torace aperto a pregare le muraglie di un credo immenso
Correndo non come fa l’eco con il canto, ma verso la morte come un grido
Madonna Verona
La sera è favorita dai venti, ma la custodia dei diritti
Del povero è ancora relegata all’Apostolato degli Infermi e la misericordia
Per gli inermi ai sanatori di Marzana e Caprino Veronese
Fuori dalle mura, dove la luce è castigata come una bimba che soffoca
Là rabbuia la mia impotenza: perché sono colpevole, sono colpevole abietto e colpevole.
Bisogna lanciarsi a testa bassa nel caos, bambini
Ribellarsi e ribellarsi ancora sino allo scioglimento dei ghiacci perché dove c’è geometria
C’è sempre dittatura
E allora il caos; e nel caos, io, ho davvero creduto
Nel caos ho imparato, nel caos ho amato
Ma sopra ogni cosa nel caos ho infine ritrattato
La mia verità comporta questa ferita, la tua libertà
Amore di una vita, comporta ancora ogni mio battito
Ma la fede, quella che tenevo nei palmi non ti ha sfamata
La fame ti ha impaurita e la paura rigenerata. E tutto si è così corrotto
Mi trovo come in un ospedale da campo, ci sono i morenti
Carcasse i cavalli c’è il giglio strappato, e c’è la la fame, la fame negra
E nello sterminio il mio pensiero alla tua perdita come peste di sangue...
E tu, e tu sei qui, in questo preciso momento: scappa da queste strade
E sii attenta quando sorridi perché come i caprioli muovi tutti e diciassette
I muscoli del viso e torni visibile agli altri
Lascia che la cocaina trasfiguri Piazza delle Erbe...
Saccheggiata da grida luminose, risponderà
Quando la madre di tutti i transessuali darà ordine di non piangere
Per il morto ma di pensare a fregare il vivo
E la sofferenza sarà l’unica via...
L'unica via per ritrovarti, quando vesti di bianco
E il tuo ricordo arriva e basta
Dalla brutalità chimica dell'onda di tenebre ecco l’alba sospinta da un’aria di bucolica antica
Amore, amore di una vita...
Vomita-menti-e-osserva... osserva Madonna Verona... sarà finalmente tuo il suo argento
E i suoi suoni dolcissimi
Come emessi
Da flauti
Di morte
L’ho colpita a muso duro la città concreta di queste strade
Per andare avedere dove la bellezza si forma
Ho bevuto uisge beatha, l’acqua della vita
La parte dell’angelo e gli amicicarissimi sono andati come sogni travolgenti
Ascoltate dunque bambini, qui non ci si mette a giocare con noi centauri
Con noi mietitori, avete inteso?
Vi par davvero che s’abbia l’aria di chi stia negoziando?
Qui voi di giorno siete le libellule dei sacrifici eucaristici
E noi di notte falciamo le vostre ali come spighe.
Fino all’alba ascolteremo la cadenza immortale del flicorno di Chet Baker
Madonna Verona, lascia che s’alzino i sermoni – che han ragione
Il vero male per l’uomo non è quel che soffre ma quel che smette di amare solo per proteggersi
Già l’ho detto: sarò colpevole, colpevole, abietto e colpevole.
E... Mo--Ri-Rò
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5. |
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Dalla periferia delle preghiere e della tempesta
Imparai prevaricazione e violanza
Come da una culla
Una genesi
Un’esplosione stellare
Densa di folgori e densa d’amore
A conficcarmisi nel microcosmo
D’un’anima oramai - nitidamente - da - delitto
Dal naufragio ero stato rigettato in questo mondo che bagnava nel sangue e ora che camminavo
Camminavo come - sulle fiamme
Camminai gettando dal sole la mia ombra di peccato a battezzare la terra
Per poi toccarla con palmi commossi, fu proprio in quei miei palmi che si spaccò
La fede perché infine non fu così difficile negli nella disciplina della vita lasciarsi andare
E non aggrapparsi, perdere ogni luce - non aggrapparsi, non aggrapparsi - più
E cantai; E cantai…
E cantai del ciclo corruttivo che s’insinua negli amanti
E ne cantai il peso più grave, come una lama dal talento di sangue
E mancai; E mancai…
E mancai di pudore e cantai dei nostri cuori sfiniti, degli amplessi confusi, i cui riflessi si perdevano
Si perdevano per minacciare, i nostri corpi sfiniti
Nel sapore della bocca, negli occhi di sale, e nell’invito al tuo sesso criminale
Brutalmente-brutale-vivo, vivo, in una lussuria febbrile
Da deserto e e smunta dalla sete, nella bestia interna che pretendere schiuma dalla saliva e sangue
Dalle nostre secrezioni
Saliva sangue e secrezioni come sole miele e ambrosia
Secrezioni che Cristo Dio avevamo be-ne-det-to
E cantai; E cantai…
E cantai di tutta quella nausea, di sentimento, sospinto, e sputato
All’attesa, ed io come, a svuotare, sacche, d’urina
E mancai; E mancai…
E mancai di pudore e cantai sì dei nostri corpi nudi e sfiniti
Ma realizzai che cantai anche del cielo più intenso e del mare più immenso
E tutto il mio passato scansando le stelle si rivelò un rifiuto
E infine bestemiai
Ci facevamo quello che volevamo mentre io
Mi facevo di quello che volevoe ne uscì l’immagine di un cosmo
Dove Dio non avrebbe trovato ove piantare il chiodo del Suo trono
Bestemmiai e mancai di pudore - e caddi, - sì
Ma nella periferia delle preghiere e della tempesta tornai cieco e limpido
Come il fanciullo di Fort Alamo
Smisi di contare i dèspoti caduti e i depòsti regnanti
E il mio peccato s’elevò ad Unicorno, e irruppe al sole sino a farlo precipitare
E in fronte al mio sguardo, finalmente nuovo di prima luce
Del cielo crollò la volta, come rabbia, a rincorrere, e finalmente a illuminare
E il dolore non ebbe più dominio, e questo perché, benché gli amanti si
E il dolore non ebbe più dominio, perché benché gli amanti perdano, l’amore sarà salvo
Il dolore non ebbe più dominio, perché benché gli amanti perdano, l’amore sarà salvo
Il dolore non ebbe più dominio, perché - benché - gli amanti si perdano
L’amore - sarà – salvo
Sffocando di fuoco in fiamma il dolore può mutare in follia
La follia in paura e la paura felicemente in male…
Solo di modo che anche bruciando l’unica parola a contare davvero, sia felicemente
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6. |
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7. |
Una luce che uccide
04:33
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Quando ti ho vista andare, ti ho vista camminare con fretta
Per un ultimo addio all'adorato sentimento
Prima che scomparisse per svelarne il futuro rimpianto
Quando affonderà l'incanto affonderà l'aurora e di bianco non resterà più nulla.
Camminando con quella fretta hai fermato i venti
E a venti fermi ho imparato a mordere l'aria
Mi destavo, e i miei giorni erano chiusi dalla grazia
Degli impulsi della morte da non nominare e la mia intuizione dal cielo era
Solo-di-cose-nere e la malattia suggeriva: veniva cavato l'ossigeno dal midollo alle nostre madri
E i nostri padri si schiantavano grande croce di San Davide
In quei giorni chiusi, lo so io e lo sai tu, eravamo liberi nell'estrema concessione
Nuovamente di amare egualmente la disperazione e tutto
L’amore di cui eravamo capaci
E tutto l’amore di cui eravamo capaci
Ma non lasciar andare alcuno, restava il più alto dei compiti
Il sacrificio incondizionato, il giuramento.
Ma cielo e schiere angeliche hanno visto - e sanno - bene - quel che è - accaduto:
A venti fermi tutto quel che poi è successo è successo per mia paura
Impaurito quindi, con il panico affrontato a morsi e sciagure
Io, la nostra sopravvivenza me la sono garantita
Tu l'hai taciuta sbriciolando alla nausea le estati d'amore mentre ancora io urlavo
Rimproveravo e urlavo ancora
E se, e solo se, i miei giorni verranno di nuovo chiusi dagli impulsi del buio
Torna un'ultima volta a ballare con me
Nell’ultima luce - per amare egualmente la disperazione e tutto l’amore di eravamo capaci
E tutto l’amore di cui eravamo capaci
E scendendo e soffocando tu dalle punte in avanti cascando
Ti aggrapperai allo sfinimento della piena coscienza del male che ti accade.
Mi sverrai tra le braccia, prenderò il tuo corpo in braccio come in braccio
Si prende la morta gentilezza. a maternità Sconfitta e nome destinato
Come tutti i nomi, a pietra tombale avrai solo un’ultima danza in pregherai
La lama Dell’incudine dal pettono, torna in questa stanza a ballare con me in questa luce
Che è un luce che uccide
In questo paesaggio fatto di angeli
In questo ospedale da campo dove non lasciar andare alcuno resta il più alto dei compiti
E morire di affezioni alle vie respiratorie il destino
Dal mio male finanche il Padre non potrà
E vorrà liberarti
(La mia luce che vibra
E l'aurora che affonda)
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8. |
Buio
01:41
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Ovunque sei
Ti uccidei ancora
E ancora
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ultimo attuale corpo sonoro Verona, Italy
Ultimo Attuale Corpo Sonoro è un progetto di incontro tra verso italiano e musica sperimentale che nasce nella provincia di Verona e matura trovando stabilità e coerenza compositiva nei primi mesi del 2003, approdando a formazione definitiva. Sonorità che seguono l'avanguardia strumentale e l'indipendente cantautorale lo-fi sono unite ad un approccio etico e poetico. ... more
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